Un’altra corrente spirituale e sociologica va ad influenzare il Tarocco, soprattutto a livello di divinazione: l’occultismo.
Questa dottrina si va ad impadronire degli arcani maggiori del tarocco, presto ribattezzati Lame, Chiavi ed Arcani e vengono definiti “Libro di saggezza universale”.
Un fondamento dell’occultismo è di associarli alle 22 lettere dell’alfabeto ebraico.
Le conseguenze di questo ri-orientamento, sono in corso ancora oggi.
Questo ha contribuito particolarmente nella divinazione della tradizione anglo-americana del Tarocco del XX secolo.
Il principale responsabile di questa mistificazione, nella discendenza di Court de Gèbelin è Adolphe-Louis Constant (1810-1875).
Figlio di un calzolaio entra in seminario sia per vocazione che per necessità.
E’ un disegnatore di talento ed uno scrittore prolifico. Si interessa sia ai pensieri matematici che alle società segrete.
A Losanna frequenta l’ordine Ermetico della Rosacroce Universale del quale diventerà Gran Maestro e da cui trarrà l’adattamento ebraico del suo nome: Eliphas Lévi Zahed.
Gradualmente si orienta verso l’esoterismo, le dottrine ermetiche e ovviamente alla divinazione.
Si appassiona di cabala, alle opere di Jacob Bohème, al Martinismo (setta massonica francese) e all’illuminismo di Swedenborg*, il cui scopo è il perfezionamento interiore dell’essere umano.
Eliphas Lévi, nel 1854 pubblicò 2 tomi di “Dogmi e rituale dell’alta magia”.
Quest’opera influenzerà tutto il movimento dell’occultismo francese della Belle Epoque.
E’ una sintesi fra la dottrina delle corrispondenze, derivate dalla teosofia*, i fondamenti del pensiero cabalistico, ma anche l’astrologia, l’egittomania e la magia tradizionale.
Nella corrente di Court de Gébelin, Lévi va ad istituire il Tarocco, rivisto e reinventato da lui sia come “libro geroglifico” che come “alfabeto cabalistico” organizzandolo nel tetragramma Yod-Hé-Vav-Hé.
Inaugura così una tradizione, che sarà fiorente dopo di lui, ovvero…
…correggere o reinterpretare le immagini del Tarocco con il pretesto che si comprendono male, per farle concordare con certe referenze religiose o mitologiche.
L’enorme influenza che ha avuto Eliphas Lévi, non è dovuta ad una interpretazione particolarmente convincente del Tarocco….
…..ma piuttosto al fatto che apre la porta alla sua reinvenzione pura e semplice.
Ogni volta che qualcuno crea il suo tarocco si ispira a ciò che hanno scritto i loro predecessori e non all’esame minuzioso delle immagini.
Questa pratica porta a costituire un corpus che finirà per dettare legge nel mondo della divinazione.
Questo è ciò che ha fatto Papus, disegnando i Tarocchi, ridotti ai 22 Arcani maggiori, in cui l’iconografia corrisponde più esattamente a queste interpretazioni divenute il “Santo Graal”.
Negli anni che seguirono alla pubblicazione di “Dogmi e rituali dell’alta magia” diversi autori si inserirono in questo filone.
Essi attuarono la trasformazione del Tarocco in “chiave”, “libro segreto” “arcano”.
Insomma una fusione di dottrine occulte di origine diverse e fondamentalmente incompatibili.
Nel 1857, Alexandra Vaillant va a dichiarare che ad inventare il tarocco sono stati i “bohémiens”.
Questa tesi fantasiosa si ispira alle ricerche di Paul Boiteau d’Ambly.
Un intellettuale che nella sua opera “Les cartes à jouer et la cartomancie” ha formulato l’ipotesi di un tarocco di origine indiana, da qui bohèmienne, più antico delle carte da gioco propriamente dette.
In seguito, Jean-Babtiste Pitois ne “l’homme rouge” inventa il termine “Arcano” che utilizziamo ancora oggi e lega il Tarocco all’astrologia.
A breve ecco comparire sulla scena Ely Star, pseudonimo di Eugénie Jacob, che ne “Les mysteres de l’horoscope” riprende questa analogia astrologica e distingue gli arcani maggiori dagli arcani minori.
Discepolo diretto di Lévi, Papus, pseudonimo di Gérard Encausse , particolareggia l’interpretazione delle “lame” del Tarocco, parola nuova inventata da lui ne “Le Tarot bohémiens”.
Il libro sembra che fosse accompagnato da un gioco di 22 Arcani maggiori disegnato da Oswald Wirth.
Queste carte, molto simili al Tarocco di Marsiglia ma sagomate per adattarsi alla simbologia neo-cabalistica improntata da Lévi, avranno una grande influenza sui diversi tarocchi inventati nel XX secolo.
E’ lo stesso Papus che va a siglare la corrispondenza fra gli arcani maggiori del tarocco e le lettere ebraiche che sono ancora in vigore al giorno d’oggi…
…..e peraltro in modo ingiustificato.
Qualche anno più tardi è il turno di un attore della commedia francese, René Falconnier di produrre la propria rivelazione.
Nel 1896, apparvero a Parigi “Le XXII lame ermetiche del tarocco divinatorio, esattamente ricostruite in base ai testi sacri e secondo la tradizione dei maghi dell’antico Egitto” .
Queste carte, illustrate da Otto Wegener raffigurano un gioco ispirato all’antico Egitto.
Il gioco è presentato con geroglifici, simbolismi astrologici e frasi ermetiche confuse che sembrano delle “sentenze sacerdotali”.
Dato che mancava un tocco di alchimia a questo ventaglio, ecco che appare François Jollivet-Castelot.
A Parigi pubblica nel 1897 il libro intitolato “Come si diventa alchimisti: trattato di ermetismo e di arte spagirica basato sulla chiave del Tarocco”.
Molto probabilmente i presupposti filosofici o spirituali che hanno generato l’occultismo sono un tentativo di ricercare dei valori opposti ai valori dominanti.
Dunque, il mito dei tarocchi egiziani è la volontà del superamento dei valori cristiani….
….come osserva Monique Streiff Moretti.
Un’interessante variante della linea dell’occultismo la si trova nella collaborazione di Oswald Wirth con Stanislas de Guaita.
Infatti, anche se Guaita era stato influenzato da Eliphas Lévi, ha avuto un approccio decisamente orientato verso le radici esoteriche della tradizione cristiana.
Così nel 1889, Wirth disegna su sua indicazione un gioco intitolato “le Tarot des imagiers du moyen age” in italiano tradotto I TAROCCHI.
La particolarità di questo tarocco è che rimane molto vicino al Tarocco di Marsiglia dal punto di vista visivo e integra solo qualche simbolo egiziano.
Nel 1927, Wirth pubblicò a Parigi un libro di interpretazione che accompagna il suo gioco di carte iniziatiche.
Questo libro è rimasto un punto di riferimento per molti tarologi.
Il mondo anglofono prenderà molto di questa interpretazione occultista del Tarocco.
Swedenborg è stato un filosofo, mistico, teologo e medium svedese ed è considerato tra i precursori dello spiritismo.
Teosofia: indica la sapienza divina alla quale l’uomo può accedere attraverso un’esperienza mistica e ascetica.